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Appello linguistico in tempi di Coronavirus
Thread poster: Giuseppe C.
Gaetano Silvestri Campagnano
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Non si può fermare l'uso consolidato Jul 4, 2020

I cruscanti possono dire ciò che vogliono, ma essendo, come immagino, dei linguisti seri, sanno bene, essi per primi che, come confermerebbe anche il grande Tullio De Mauro (il più grande linguista italiano dei tempi recenti, da poco purtroppo scomparso) non è possibile fermare l'uso consolidato, che è l'unico arbitro assoluto dell'evoluzione di una lingua.

E l'uso linguistico non segue mai un principio logico, ma solo l'orientamento prevalente dei parlanti, cioè, di fatto, que
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I cruscanti possono dire ciò che vogliono, ma essendo, come immagino, dei linguisti seri, sanno bene, essi per primi che, come confermerebbe anche il grande Tullio De Mauro (il più grande linguista italiano dei tempi recenti, da poco purtroppo scomparso) non è possibile fermare l'uso consolidato, che è l'unico arbitro assoluto dell'evoluzione di una lingua.

E l'uso linguistico non segue mai un principio logico, ma solo l'orientamento prevalente dei parlanti, cioè, di fatto, quello che si potrebbe definire un principio "democratico". Come ho già ricordato, infatti, nessuna lingua segue principi razionali assoluti, altrimenti sarebbe matematica. E questo per il semplice fatto che, come ho pure già accennato, è arbitrario persino lo stesso rapporto tra segno e concetto che è alla base di ogni sistema linguistico.

Altrimenti anche i cruscanti, per quanto prestigio possano avere, se continuano a ignorare l'uso prevalente, rischiano di essere umoristicamente superati dalla storia, come l'autore della famosa Appendix Probi di epoca tardo-imperiale. In questo opuscoletto del III-IV secolo D.C., infatti, si bollavano in modo inappellabile, come errori gravissimi e voci spurie, esattamente tutte le nuove varianti di parole latine che hanno poi dato origine alle attuali parole romanze, e italiane in particolare.

Il vero colmo, per un glottologo, sarebbe infatti quello di cadere nell'errore più madornale che si possa commettere in campo linguistico: credere cioè di poter dettare legge a una lingua imponendole delle norme dall'alto. E l'esempio più clamoroso lo abbiamo visto proprio qui da noi quasi un secolo fa, quando, in un determinato contesto storico, si è cercato di bandire tutti i prestiti stranieri. Gli esiti, naturalmente, sono stati fallimentari, e talmente comici che ancora oggi stiamo ridendo...

E questo per il semplice fatto che, a differenza di quanto molti di noi "profani" possano credere, nel sistema di una lingua non è la regola a fare l'uso, ma se mai è l'esatto contrario.

Tra l'altro, ormai, la tendenza ad accordare "Covid" al maschile, come ho già fatto notare, non è presente solo nelle persone comuni (che non vanno mai guardate con sufficienza, perché sono loro il vero motore della lingua), ma anche in documenti e discorsi parlamentari e governativi, dove si parla, appunto, di "emergenza del/per il COVID-19".

Buona Domenica a tutti,

Gaetano

[Modificato alle 2020-07-05 00:27 GMT]
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texjax DDS PhD
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. Jul 7, 2020

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:

Tra l'altro, ormai, la tendenza ad accordare "Covid" al maschile, come ho già fatto notare, non è presente solo nelle persone comuni (che non vanno mai guardate con sufficienza, perché sono loro il vero motore della lingua), ma anche in documenti e discorsi parlamentari e governativi, dove si parla, appunto, di "emergenza del/per il COVID-19".


Innanzi tutto, ti pregherei cortesemente di non attribuirmi cose che non solo non ho detto ma che non mi sono mai neanche sognata di pensare, da momento che non guardo né considero nessuno con sufficienza e ho il massimo rispetto di tutti, soprattutto le persone comuni. Forse ti sei espresso male tu o forse ho capito male io, ma ci tenevo comunque a precisarlo.

Detto questo, non intendo polemizzare né allungare ulteriormente questa discussione, ma va detto che i discorsi dei nostri politici non sono certo da prendere come esempio per l’uso corretto, scientifico o meno, dell’italiano.

Solo qualche esempio tra i tanti:
https://www.youtube.com/watch?v=1LRRnrUP_ws
https://www.youtube.com/watch?v=uaKUbuvmcII
https://www.youtube.com/watch?v=7EApCXIKpqg

Al primo link c’è anche qualche strafalcione di un ex Ministro della Salute…giusto per gradire.

In quanto alla discussione sul o sulla COVID, hai espresso estesamente il tuo parere, che rispetto ma non condivido. Ci sono ambiti in cui, a mio avviso, la correttezza è d’obbligo e dire il COVID è, per me ma non solo, oggettivamente scorretto.

Le discussioni linguistiche sono sempre molto interessanti, ma su questo argomento mi pare che continuare a ribadire a oltranza gli stessi concetti sia un po’ come il proverbiale beating the dead horse, per cui saluto cordialmente.




[Edited at 2020-07-07 04:10 GMT]


 
Roberta Anderson
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Articolo interessante della Cursa, 3 luglio Jul 7, 2020

Articolo molto interessante della Crusca, datato 3 luglio.


Verso la fine, in conclusione:
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L’uso di COVID al maschile non può dunque considerarsi grammaticalmente scorretto, sebbene la sua origine sia per lo più da ricondurre, come abbiamo visto, a un uso improprio del termine nel significato di ‘coronavirus responsabile della malattia respiratoria COVID-19’. Per questa ragione, sarebbe stato forse preferibile che il nostro acro
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Articolo molto interessante della Crusca, datato 3 luglio.


Verso la fine, in conclusione:
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L’uso di COVID al maschile non può dunque considerarsi grammaticalmente scorretto, sebbene la sua origine sia per lo più da ricondurre, come abbiamo visto, a un uso improprio del termine nel significato di ‘coronavirus responsabile della malattia respiratoria COVID-19’. Per questa ragione, sarebbe stato forse preferibile che il nostro acronimo si fosse affermato al femminile, in modo da evitare fraintendimenti e rendere chiara anche attraverso la distinzione di genere grammaticale la distinzione lessicale tra nome del virus (SARS-CoV-2) e nome della malattia (COVID-19). Così non è stato: non resta quindi che raccomandare quantomeno un trattamento coerente dell’acronimo, soprattutto all’interno del medesimo testo, evitando di ricorrere alternativamente al maschile e al femminile.
[...]
la forma non è stata ancora accolta dai dizionari sincronici e non possiamo dunque verificare quale sia la posizione dei lessicografi in merito al suo genere. Fanno eccezione solamente il portale Treccani, che accoglie la forma tra i Neologismi 2020, e lo Zingarelli 2021: nessuno dei due può comunque venirci in soccorso, dato che il primo si limita a segnalare che la forma è impiegata sia al femminile, sia al maschile, mentre il secondo registra l’acronimo come termine inglese e tecnicismo della medicina, senza dare però alcuna informazione in merito al genere assunto in italiano.
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https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/il-covid-19-o-la-covid-19/2787
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Angie Garbarino
 
Angie Garbarino
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E certo sei un medico... Jul 9, 2020

texjax DDS PhD wrote:
. Ci sono ambiti in cui, a mio avviso, la correttezza è d’obbligo e dire il COVID è, per me ma non solo, oggettivamente scorretto.

Comunque vi ringrazio per questa discussione, non essendo un medico avrei potuto tranquillamente sbagliarmi, perché anche i traduttori comuni come me, trovano ormai ovunque covid disease anche in testi legali e non.

Grazie anche a Roberta per il link che dà un colpo al cerchio e uno alla botte


 
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